21 dicembre, 2006

Ballade des pendus ( François Villon )


Texte Original

FRERES humains, qui après nous vivez,
N’ayez les cuers contre nous endurcis,
Car, se pitié de nous povres avez,
Dieu en aura plus tost de vous mercis.
Vous nous voiez cy atachez cinq, six,
Quant de la chair, que trop avons nourrie,
Elle est pieça devorée et pourrie,
Et nous, les os, devenons cendre et pouldre.
De nostre mal personne ne s’en rie,
Mais priez Dieu que tous nous vueille absouldre!

Se freres vous clamons, pas n’en devez
Avoir desdaing, quoy que fusmes occis
Par justice. Toutesfois, vous sçavez
Que tous hommes n’ont pas bon sens assis;
Excusez nous—puis que sommes transsis—
Envers le filz de la Vierge Marie,
Que sa grace ne soit pour nous tarie,
Nous preservant de l’infernale fouldre.
Nous sommes mors, ame ne nous harie;
Mais priez Dieu que tous nous vueille absouldre!

La pluye nous a buez et lavez,
Et le soleil desechez et noircis;
Pies, corbeaulx, nous ont les yeux cavez,
Et arraché la barbe et les sourcilz.
Jamais, nul temps, nous ne sommes assis;
Puis çà, puis là, comme le vent varie,
A son plaisir sans cesser nous charie,
Plus becquetez d’oiseaulx que dez à couldre.
Ne soiez donc de nostre confrairie,
Mais priez Dieu que tous nous vueille absouldre!

ENVOI

Prince Jhesus, qui sur tous a maistrie,
Garde qu’Enfer n’ait de nous seigneurie:
A luy n’ayons que faire ne que souldre.
Hommes, icy n’a point de mocquerie,
Mais priez Dieu que tous nous vueille absouldre.


Testo Originale

FRERES umani, che dopo noi vivete,
I cuers contro noi non abbiano indurito,
Poiché, pitié di noi povres vi avete,
Dio ne avrà più tost di voi mercis.
Vous nous voiez cy atachez cinq, six,
Così una carne, che troppa hanno nutrito,
Pieça devorée e marcito,
E, le ossa, diventiamo cenere e pouldre.
Di nostre male nessuno non se ne rida,
Ma pregate dio che tutti noi vueille absouldre!

Fratelli se li protestiamo, non non ne dovete
Avoir desdaing, quoy que fusmes occis
Per giustizia. Toutesfois, vous sçavez
Che qualsiasi uomo non ha bene senso sedute;
Li scusate—quindi che somme transsis—
Verso il filz del Vierge Marie,
Che la sua grazia per noi non sia seccata,
Preservant della infernale fouldre.
Siamo pezzo, ame harie;
Ma pregate dio che tutti noi vueille absouldre!

Pluye li ha buez e lava,
Ed il sole desechez ed anneriti;
Gazze, corbeaulx, ci hanno gli occhi insidiate,
Ed arraché la barba ed i sourcilz.
Mai, tempo nullo, non ci sediamo;
Quindi çà, quindi là, poiché il vento varia,
Al suo piacere senza cessarli charie,
Più becquetez oiseaulx che dovete a couldre.
Soiez dunque nostre confrairie,
Ma pregate dio che tutti noi vueille absouldre!

SPEDIZIONE

Principe Jhesus, che su tutti ha maistrie,
Guardia che inferno non li abbia seigneurie:
A luy abbiamo soltanto fare soltanto souldre.
Uomini, icy non hanno affatto mocquerie,
Ma pregate dio che tutti noi vueille absouldre.


Français Moderne

Frères humains qui nous survivez,
N'ayez pas vos coeurs durcis à notre égard,
Car si vous avez pitié de nous, pauvres,
Dieu aura plus tôt miséricorde de vous.
Vous nous voyez ici attachés, cinq, six:
Pour ce qui est de la chair, que nous avons trop nourrie,
Elle est depuis longtemps dévorée et pourrie,
Et nous, les os, devenons cendre et poussière.
De notre malheur que personne ne se moque,
Mais priez Dieu que tous nous veuille absouldre!
Si nous vous appelons frères, vous n'en devez
Avoir dédain, bien que nous ayons été tués
Par justice. Toutefois vous savez
Que tous les hommes n'ont pas sens bien rassis.
Excusez-nous, puisque nous sommes trépassés,
Auprès du fils de la Vierge Marie,
De façon que sa grâce ne soit pas tarie pour nous,
Et qu'il mous préserve de la foudre infernale.
Nous sommes morts, que personne ne nous tourmente,
Mais priez Dieu que tous nous veuille absouldre!
La pluie nous a lessivés et lavés
Et le soleil nous a séchés et noircis;
Pies, corbeaux nous ont creusé les yeux,
Et arraché la barbe et les sourcils.
Jamais un seul instant nous ne sommes assis;
De ci de là, selon que le vent tourne,
Il ne cesse de nous ballotter à son gré,
Plus becquétés d'oiseaux que dés à coudre.
Ne soyez donc de notre confrérie,
Mais priez Dieu que tous nous veuille absouldre!

SPEDIZIONE

Prince Jésus qui as puissance sur tous,
Fait que l'enfer n'aie sur nous aucun pouvoir :
N'ayons rien à faire ou à solder avec lui.
Hommes, ici pas de plaisanterie,
Mais priez Dieu que tous nous veuille absoudre.

Testo in Francese Moderno

Fratelli umani, che ancor vivi siete,
non abbiate per noi gelido il cuore,
ché, se pietà di noi miseri avete,
Dio vi darà più largo il suo favore.
Appesi cinque, sei, qui ci vedete:
la nostra carne, già troppo ingrassata,
è ormai da tempo divorata e guasta;
noi, ossa, andiamo in cenere e polvere.
Nessun rida del male che ci devasta,
ma Dio pregate che ci voglia assolvere!
Se vi diciam fratelli, non dovete
averci a sdegno, pur se fummo uccisi
da giustizia. Ma tuttavia, sapete
che di buon senso molti sono privi.
Poiché siam morti, per noi ottenete
dal figlio della Vergine Celeste
che inaridita la grazia non resti,
e che ci salvi dall'orrenda folgore.
Morti siamo: nessuno ci molesti,
ma Dio pregate che ci voglia assolvere!

La pioggia ci ha lavati e risciacquati,
e il sole ormai ridotti neri e secchi;
piche e corvi gli occhi ci hanno scavati,
e barba e ciglia strappate coi becchi.
Noi pace non abbiamo un sol momento:
di qua, di là, come si muta, il vento
senza posa a piacer suo ci fa volgere,
più forati da uccelli che ditali.
A noi dunque non siate mai uguali;
ma Dio pregate che ci voglia assolvere!

O Gesù, che su tutti hai signoria,
fa' che d'Inferno non siamo in balia,
che debito non sia con lui da solvere.
Uomini, qui non v'ha scherno o ironia,
ma Dio pregate che ci voglia assolvere!






14 novembre, 2006

Jim Morrison ( versi )


- Non prendere la vita troppo sul serio: comunque vada non ne uscirai vivo!
- Ama al mondo ciò che non puoi avere due volte: la vita!
- L'unico modo per sentirsi qualcuno è sentirsi se stessi.
- Piangevo perché volevo le scarpe, mi voltai e vidi uno senza piedi.
- Non serve strappare le pagine della vita, basta saper voltar pagina e ricominciare.
- La vita è come uno specchio: ti sorride se la guardi sorridendo.

Abbraxas: Setta Gnostica di Basilide



Gnōthi Sautón
( Conosci te Stesso)

Mikis Mantakas ( Contemporaneo Greco m. 1975 )


In questo secolo al crepuscolo,
che vede il trionfo delle plebi intontite di cuore e dal cervello di spugna,
continuo fra gli innumerevoli nani a credere nel passo dei giganti

Immagina (Imagine) di John Lennon

Immagina


che non ci sia un paradiso sopra noi
E' semplice se ci provi

Nessun inferno di sotto e solo cielo su di noi


Immagina

che tutta la gente viva giorno (per giorno)


Immagina

che non ci siano paesi

Non è difficile da fare

Nulla per cui si debba morire o uccidere e nessuna religione


Immagina

tutta la gente che viva in pace

Tu dirai che sono un sognatore

Ma non sono l'unico e spero che prima o poi ti unirai a noi

E il mondo sarà uno solo

Immagina

che non ci sia nessuna proprietà, mi meraviglierei se tu potessi..
Non c'è bisogno di avarizia o di fame

Ma solo di fratellanza tra gli uomini


Immagina

che tutta la gente si divida il mondo

Tu dirai che sono un sognatore
Ma non sono l'unico e spero che prima o poi ti unirai a noi

Illusioni Umane


Poveri maschietti, anche in questo non possediamo il primato.
Il primo pene è comparso sulla Terra circa 425 milioni di anni fa. A rivelare l'originale scoperta è la rivista americana Science, secondo cui un gruppo di ricercatori inglesi ha trovato il fossile di un crostaceo dotato di un membro di dimensioni notevoli. Il curioso reperto è stato rinvenuto nella regione dell'Herefordshire e appartiene alla famiglia degli ostracodi, noti agli scienziati per essere "superdotati".
Il crostaceo si chiama Colymbosathon ecplecticos, nome greco che significa nuotatore dal grande pene.
Il Colymbosathon misura infatti mezzo centimetro e ha un pene lungo un quinto del totale. Un vero e proprio superdotato.
Impressionanti le quantità di sperma che è in grado di produrre: secondo i ricercatori, il crostaceo può creare una scia lunga fino a 10 volte circa la lunghezza del proprio corpo.